Aprire gli occhi, svegliarsi,
e sentirsi gia’ avvolti dalla tristezza,
come dalle coperte che ci scaldano.
Aprire gli occhi, svegliarsi,
e sentirsi stanchi, annoiati,
e sforzarsi e sperare
di poterli richiudere…
e riaddormentarsi…
per non sentire piu’ l’ ansia,
l’ angoscia,
di dover affrontare un altro giorno
fatto di ore che scorrono lente,
lente e silenziose,
come la solitudine di una vita,
senza piu’ gioia ne’ allegria,
senza piu’ niente…
Una vita che non ci piace
una vita che non ha sapore
e che eppure lascia, ogni giorno,
al risveglio come prima del sonno,
quel retrogusto amaro
della perdita, della sconfitta,
a cui non si sa’ reagire,
a cui non si vuole piu’ reagire.
E ci si lascia andare
e ci si lascia trasportare
come i tronchi, come i cadaveri,
dal fiume dei pensieri,
delle lacrime e dei ricordi
in attesa delle rapide,
del grande salto dove affogare,
in attesa, del mare dell’ oblio,
dove chiudere il sipario
di questa vita che non ha sapore
e che eppure lascia…
quel retrogusto amaro
04/10/09 – Piattaforma