“Ma perché?” mi chiedo, inutilmente. Non c’è mai un perché, o meglio, ce n’è uno solo: il mal di vivere. La fragilità.
Ci sono persone troppo fragili, ed è proprio questa la loro debolezza, ma anche la loro bellezza: un’immensa fragilità, quasi fossero fatti di cristallo, così trasparenti e luminosi, ma difficili da maneggiare, anche per gli altri. Non resistono agli urti della vita, agli ostacoli, agli ammaccamenti, alle cadute. É per questo che Yusuf si è ucciso? Forse, ma le spiegazioni del dopo sono inutili. Il mal di vivere ti afferra alla gola, ti avvelena lentamente; quando prendi i sonniferi, quando ti butti dalla finestra, quando scegli il buio, in realtà ti sei già ucciso piano piano, migliaia di volte.
La morte, allora, è una liberazione.
da Rosso Istanbul
di Ferzan Ozpetek